Un tempo vivevano personaggi che, dotati di eccellente tecnica pittorica, realizzavano copie di antiche opere d’arte, e le vendevano spacciandole per originali, al prezzo dell’originale (o quasi).
Questi personaggi erano i famosi “falsari”, rischiavano la galera, ma avevano un venerato rispetto per gli antichi pittori.
Oggi, invece, esiste un legale mercato di “falsi” definiti “d’autore” (una qualifica forse fin troppo altisonante per individui che, al commerciante, arrivano anche a chiedere la bellezza di 50 euro per una copia di un Monet!) che riscuote successo anche all’estero.
Quelli che gestiscono il mercato, in pratica, è come se ti dicessero:<<….ma per chi ci hai presi, per il Gatto e la Volpe? Leggi qui, non solo lo dichiariamo già noi che è un falso ma te lo garantiamo con tanto di certificato: piuttosto, guarda ‘sto Munch, non è un bel “trip”?>>.
Ora, nella pittura, a differenza della musica antica (della quale si conservano solo gli spartiti), le opere originali esistono.
E ci sono anche ottime riproduzioni in formato reale.
Quindi, verrebbe da domandarsi, perché c’è questo mercato?
Ma semplicemente perchè la cultura dell’immagine è entrata a forza anche nell’arte dell’immagine; solo che “l’arte dell’immagine” è realtà, mentre “la cultura dell’immagine” tende a mascherare la realtà. E il “mascherare la realtà” è ormai una realtà, và di moda.
Quindi, un giorno o l’altro mi sa che mi metto a fare i falsi anch’io, già tanto i Gauguin, i Manet, i van Gogh ed i Lautrec sono ormai diventati dei Jolly.
Così non mi stupirà sentir dire:<<…ho acquistato un Autentico Falso di Pierre Auguste Renoir; mi fa impazzire il carattere “unico” della “sua” pennellata ! Così immensamente personale, così Renoir! >>.
E, da “lassù”, van Gogh:<<…invece di tagliare orecchi avrei dovuto fare i falsi di Giotto…>>.
giovedì 1 novembre 2007
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